Quanto siamo consapevoli di ciò che acquistiamo?
Ciao!
ho iniziato da poco la lettura del libro “Slow cosmétique: Consigli e ricette efficaci per una cosmesi eco-bio” di Julien Kaibeck.
La Slow Cosmetique è un movimento fondato dal belga Julien Kaibeck, insegnante di aromaterapia e cosmesi naturale in Francia e in Belgio. Nasce con lo scopo di sensibilizzare i consumatori all’uso della cosmesi, fornendo loro una guida per arrivare ad un approccio più verso un approccio più consapevole dei prodotti.
All’interno del libro si parla del brainwashing cosmetico, un vero e proprio lavaggio del cervello: ci viene fatto credere che i prodotti cosmetici contengano unicamente ingredienti utili per la pelle, senza mai parlare dei possibili pericoli a lungo termine, né della reale natura di questi componenti, nella maggior parte dei casi di sintesi.
Inoltre il marketing cosmetico punta sull’idea dell’esistenza di un prodotto miracoloso, frutto dell’innovazione scientifica e questo è un bel gioco l’impatto sulla società. Ci viene fatto credere che i cosmetici possano darci la formula per una giovinezza eterna e che sono sempre più innovativi. In termini di effetti tangibili e visibili a occhio nudo, però, non è così.
Dobbiamo quindi imparare a difenderci dalle false pubblicità e per farlo dobbiamo innanzitutto imparare a leggere le etichette.
Questo libro può essere una guida per imparare, ho letto solo una ventina di pagine, ma penso che sia semplice e possa essere interessante per chiunque voglia documentarsi, anche chi è alle prime armi.
Quali sono i quattro valori che i cosmetici devono avere secondo la slow cosmetique?
- We want “smart” skincare: i cosmetici dovrebbero essere più “intelligenti”, cioè devono essere preparati con ingredienti attivi e sani affinché possano agire positivamente sulla pelle. I siliconi, oli sintetici o minerali non sono certamente un buon esempio di ingredienti attivi buoni per la salute.
- We want “sustainable” skincare: i cosmetici dovrebbero essere più “ecologici”. Difendono i prodotti che sono certificati biologici, ma anche quelli che sono preparati in modo responsabile ed i prodotti del commercio equo o i prodotti fatti in casa.
- We want “eco-friendly” skincare: I cosmetici dovrebbero essere più “ragionevoli”.La Slow Cosmétique ci invita a enfatizzare la nostra bellezza interiore, a prenderci cura della nostra pelle, senza voler cambiare tante cose. Vogliono una maggiore trasparenza dalle aziende di cosmetici un discorso più trasparente dalle marche di cosmetici ed anche una maggiore trasparenza dei prezzi. Non accettiamo i metodi di pubblicità ingannevoli o sleali.
- We want “etichal” skincare: i cosmetici dovrebbero essere più “rispettosi”. Ogni essere vivente è unico e va rispettato. Condannano i cosmetici che non rispettano l’uomo, gli animali o le piante.
Proprio oggi ho visto che mia madre ha comprato un bagnoschiuma che sulla confezione aveva in evidenza la scritta: “senza parabeni, senza siliconi, senza sles”. Decido così di leggere l’Inci e cosa ci trovo? un bel PEG. Ormai io ho imparato che al 90% quando scrivono senza parabeni e siliconi sui prodotti da supermercato c’è sempre un bel petrolato.
Le due uniche guide che ci possono fare da bussola sono l’INCI e la certificazione.
Prossimamente vi parlerò meglio di queste due bussole e di come possano aiutarci ad orientarci.
E voi che mi dite? Cosa vi orienta nell’acquisto di un prodotto? Avete letto il libro Julien Kaibeck?
A presto!
Serena